Arnaldo Ginna alla Mostra “Il Tempo del Futurismo” con “Nevrastenia” (1908)
Tra i grandi futuristi coinvolti, Arnaldo Ginna è presente con “Nevrastenia” del 1908 alla mostra “Il Tempo del Futurismo” realizzata a Roma presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, promossa e sostenuta dal Ministero della Cultura e curata da Gabriele Simongini.
La mostra celebra l’ottantesimo anniversario dalla scomparsa di Filippo Tommaso Marinetti, avvenuta il 2 dicembre 1944.
La mostra è realizzata grazie al prestito di numerose e illustri istituzioni pubbliche nonché di privati e i Musei Vaticani contribuiscono appunto con Nevrastenia, una delle prime opere astratte di Arnaldo Ginna.
L’opera è attualmente in possesso dei Musei Vaticani, in quanto il percorso di valorizzazione dei due fratelli futuristi Ginna e Corra (al secolo Arnaldo e Bruno Ginanni Corradini), voluto dalla famiglia Ginanni Corradini, ha visto la donazione ai Musei Vaticani di alcune opere, tra cui appunto “Nevrastenia” del 1908, e dell’Archivio degli Scritti e delle Foto alla Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea tanto valuta da Paolo VI per ripristinare il dialogo tra Chiesa e Cultura contemporanea.
Nevrastenia si accompagna con molte illustri opere collegate al prestito di importanti altre istituzioni come il Museum of Modern Art di New York (MoMa) con la Lampada ad arco di Giacomo Balla, il Metropolitan Museum con un autoritratto di Boccioni giovane, il Philadelphia Museum of Art con “eccezionalmente” uno dei due studi di Marcel Duchamp del Nudo che discende le scale, l’Estorick Collection di Londra con “l’Idolo moderno di Boccioni che non viene in Italia da diverso tempo e le Boulevard di Severini” e poi Kunstmuseum Den Haag de L’Aia con un “capolavoro fondamentale come La rivolta di Luigi Russolo”.
E comunque, come chiarisce Simongini, “non a caso la mostra si intitola “Il tempo del futurismo”, perché noi contestualizzeremo i capolavori futuristi: 350 opere in 4000 metri quadrati della galleria, più della metà del museo, per mettere i dipinti in relazione alle novità scientifiche e tecnologiche dell’epoca. Alcune scoperte scientifiche causarono un generale mutamento percettivo: se non si capisce questo non si capisce il futurismo”. (1)
Ma qual è il significato di Nevrastenia di Ginna? Come è nata quest’opera?
Nel 1908, Ginna sperimenta una pittura di puro colore con forti inflessioni spiritualistiche e dipinge il suo primo quadro non figurativo Nevrastenia, anticipatore delle esperienze di pittura astratta successivamente compiute in Europa.
Come ricorda lo stesso Ginna “….. nel 1908 ebbi una crisi di esaurimento e, costretto a letto, feci degli esperimenti pittorici di soli colori coi pastelli colorati, ciò che successivamente mi dette la possibilità di concretare un primo quadro veramente astrattista, Nevrastenia: uno stato d’animo espresso con soli colori. Nel successivo anno 1909 feci un altro quadro astrattista. Passeggiata romantica.”
Nevrastenia del 1908 e Passeggiata Romantica del 1909, furono esposte per la prima volta, collocate nella sezione dedicata alle ‘decorazioni da salotto’, nell’Esposizione di bozzetti di pittura e scultura, curata dal grande storico dell’arte Corrado Ricci, che si svolse da dicembre 1912 a gennaio 1913 nella sede della Società della Belle Arti in Via della Colonna 37 a Firenze (2).
Una riflessione: Ginna, quando realizzò le suddette opere era giovanissimo in quanto aveva rispettivamente 18 e 19 anni.
Passeggiata Romantica fu venduto in una esposizione e non se ne conosce il proprietario. (3)
Nevrastenia costituisce un’opera di rottura e di innovazione rappresentando un esempio eccellente e di avanguardia di pittura astratta.
La suddetta affermazione si basa su alcune considerazioni condotte da Mario Verdone, illustre critico cinematografico e saggista italiano.
Tutto prende origine con lo scritto Arte dell’avvenire (prima edizione 1910) in cui i fratelli Corradini, ricorda Mario Verdone (4), “Ginna illustra che il quadro non altro sia che un accordo, uno stato d’animo dei colori. La sua è una pittura di stati d’animo, occultista, in quanto estrae dal subcosciente, e animica, che vuol dare coi colori lo stato d’animo”.
Mario Verdone poi continua (5) “Le idee prospettate in Arte dell’avvenire sono sempre coerenti con i dipinti del Ginna, da “Nevrastenia” e “Passeggiata romantica” in poi. I colori sono rosso vino e viola chiaro, aureo e argenteo, marrone e verde. Sono i suoi colori”.
Ma Verdone prosegue ancora (6) “I primi trattati che affrontano il problema dell’astratto in pittura appartengono ai fratelli Corradini – Arte dell’avvenire – ed a Kandisnky, il quale dice in Della spiritualità nell’arte, particolarmente nella pittura, nella prefazione nella seconda edizione, che è dell’aprile 1912: ”Questo libricino venne scritto nell’anno 1910. Prima che ne comparisse la prima edizione (gennaio 1912) vi ho inserito altre esperienze che avevo fatto nel frattempo”.
Sulla base di quanto scritto da Mario Verdone, esso giunge alla conclusione (6) “Il volumetto dei Corradini, quindi, (due edizioni, nel 1910 e nel 1911) non è certamente successivo: se mai parallelo o precedente”.
Fonte:
(1) ANSA Cultura, “La mostra sul Futurismo si farà, prestiti anche dal MoMa”, 2 ottobre 2024
(2) Sito ufficiale. www.ginnacorra.it
(3) Mario Verdone, Arnaldo Ginna, Ed. Essegi, Ravenna, 1985, pag. 14
(4) Mario Verdone, Bianco e Nero (rassegna mensile di studi cinematografici e televisivi – anno XXVIII – numero 10-11-12 ottobre-novembre-dicembre 1967), pag. 14-15
(5) Mario Verdone, Bianco e Nero (rassegna mensile di studi cinematografici e televisivi – anno XXVIII – numero 10-11-12 ottobre-novembre-dicembre 1967), pag. 18
(6) Mario Verdone, Bianco e Nero (rassegna mensile di studi cinematografici e televisivi – anno XXVIII – numero 10-11-12 ottobre-novembre-dicembre 1967), pag. 22