Racconti e commedie
Negli anni della formazione Arnaldo Ginna compie un lavoro di studio e ricerca in comune con il fratello Bruno Corra ed in questa osmosi intellettuale è quest’ultimo ad assumere il ruolo di scrittore e letterato mentre Ginna si interessa esclusivamente delle arti figurative.
Nella maturità, dopo l’adesione al Movimento futurista ed il trasferimento a Firenze, Ginna comincia a scrivere su riviste letterarie come Il Centauro e Rivista di arte e vita e poi principalmente sull’Italia Futurista, la rivista fondata da Corra e diretta in seguito anche dallo stesso Ginna. Oltre ai testi teorici e critici, compaiono a sua firma le prime opere di narrativa, brevi composizioni, frammenti scritti secondo lo stile immaginifico tipico della letteratura del primo Novecento. Nella maturità, dopo l’adesione al Movimento futurista ed il trasferimento a Firenze, Ginna comincia a scrivere su riviste letterarie come Il Centauro e Rivista di arte e vita e poi principalmente sull’Italia Futurista, la rivista fondata da Corra e diretta in seguito anche dallo stesso Ginna.
Oltre ai testi teorici e critici, compaiono a sua firma le prime opere di narrativa, brevi composizioni, frammenti scritti secondo lo stile immaginifico tipico della letteratura del primo Novecento.
Ma la sua scrittura si caratterizza da subito negli aspetti visionari, ironici e pre-surreali. I suoi primi racconti già contengono una ambientazione fantastica e visionaria e sono contraddistinti da strani personaggi: animali antropomorfizzati o uomini con sembianze o similitudini animali, in un mondo grottesco e infantile, simbolico e surreale.
Nel 1919 la casa editrice Facchi di Milano, diretta da Maria Crisi Ginanni, prima moglie di Arnaldo, pubblica una raccolta di racconti di Ginna, alcuni già pubblicati sulle pagine dell’Italia Futurista, intitolata Le locomotive con le calze. L’opera contiene illustrazioni di Ginna stesso e di Rosa Rosà e si può considerare un romanzo surrealista a tutti gli effetti. E’ suddiviso in tredici capitoli ed è basato su una serie di libere associazioni che si accavallano l’una sull’altra in uno strano succedersi di situazioni incredibili, caratterizzate da una particolare dinamicità narrativa che potrebbe quasi far pensare a sequenze cinematografiche. L’interesse di Ginna per il teatro e la nascita del teatro sintetico futurista è lo spunto per la scrittura di alcune sintesi teatrali o Commedie sperimentali sintetiche, brevi situazioni di poche scene con cambi rapidissimi, nelle quali sono spesso presenti personaggi simbolici che trasmettono stati dell’animo e della psiche, aiutati da appunti di regia nei quali si porge grande attenzione all’uso della luce e dei colori presenti sul palcoscenico. Purtroppo non ci è dato di conoscere se queste opere siano mai state portate sulla scena.
La sua produzione letteraria continua lungo tutta la sua carriera artistica. Ginna continua a pubblicare racconti e commedie durante gli anni Venti e Trenta su riviste e giornali come L’Impero, Oggi e Domani, Futurismo. Oltre alle narrazioni vere e proprie però, compaiono anche articoli di attualità e saggi critici che certe volte Ginna, con una caratteristica del tutto personale, gira in forma di racconto, narrando in prima persona di fatti ed avvenimenti arricchiti di particolari ironici, grotteschi e surreali, in modo da rendere gli articoli vere e proprie narrazioni.
Anche negli anni di allontanamento dalla vita pubblica, Ginna continua la sua attività di scrittore seppur nell’intimità del suo studio, dando maggiore spazio ad interiorizzazioni e tematiche psicologiche e religiose.
Nell’ultimo periodo, negli anni Sessanta e Settanta, la riproposizione delle tematiche futuriste si manifesta, oltre che in pittura, anche in letteratura, sia con la realizzazione e la pubblicazione di nuovi scritti, sia con la riedizione, nel 1976, de Le locomotive con le calze per le Edizioni del Pesce d’Oro.
Testo di Lucia Collarile